il margine

© Kelly Ardens
Il Margine è un racconto in divenire sulla salute mentale.

Racconto perché Kelly Ardens, la sua cantastorie caotica, parte dal suo vissuto e dalla sua vita di persona con funzionamento di personalità borderline.

In divenire perché si nutre di emozioni e di contraddizioni e pone domande che, forse, non hanno una risposta ma che rimangono a vibrare nell'aria, a volte leggere e volatili, a volte pesanti come un macigno.

Il Margine è il mondo della protagonista e una nuova narrazione per le persone che vivono, non un "disturbo" o una "sofferenza", ma la condizione di persone neurodivergenti.

Quel mondo che è delle persone "pazze", tanto lontano da ciò che è considerato "normale".

Il pubblico sarà invitato a guardare e ad ascoltare, immergendosi nella quotidianità della performer: nei suoi atti epici di dolore, nei suoi piccoli e grandi gesti che la fanno stare bene e nella sua arte multiforme, tra tarocchi, pastelli colorati, sigarette, ciglia finte e quello che nasconde il suo borsone di Hello Kitty.

Dedicando le sue canzoni preferite, snocciolando il «Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali», mettendosi a nudo raccontando le verità del suo percorso spirituale, Kelly immagina Il Margine come un cantiere aperto, dove tutto è ancora possibile.

O come direbbe bell hooks:

«Un luogo capace di offrirci la possibilità di una prospettiva radicale da cui guardare, immaginare alternative e nuovi mondi [...] Uno spazio di resistenza. Uno spazio che ho scelto».
Alessandro Sala @ BASE Milano FAROUT Live Arts Festival

Durante Il Margine si susseguono molte canzoni.

Le canzoni per me sono come dediche, di musica e di testo, e mi piace che risuonino oltre la performance.


Edizioni passate


Il Margine è la mia storia. L'ho creato essenzialmente per tre motivi, tutti legati:

1) Raccontare

2) Cambiare

3) Sperare

Raccontare perché penso che il personale possa essere universale. La mia storia diventa quella di un'altra persona, la mia vita si rispecchia nella tua. Raccontare è un istinto dell'essere umano dai primordi dell'umanità e io faccio parte dell'umanità pur avendo una storia tutta mia.

Cambiare perché credo che parlare di salute mentale non sia mai abbastanza sufficiente. La salute mentale è un tabù nella società e rappresentare la mia neurodivergenza per me è attivismo, il potere di sensibilizzare e di cambiare una visione stereotipata e univoca su questo argomento.

Sperare perché la mia è una storia a lieto fine. Vorrei tanto che le persone che si sono trovate al mio stesso punto, che sono portatrici di qualche neurodivergenza o che vivano le condizioni che ho vissuto io, possano trovare anche loro la serenità con gioia, con tranquillità e fede, senza arrendersi mai nelle difficoltà.


Produzione Fuorimargine - Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna

Con il sostegno di BASE Milano